Risarcimento per errore medico: come e quando ottenerlo

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Il diritto alla salute è un diritto fondamentale garantito dall’articolo 32 della Costituzione. È chiaro quindi che chi subisce danni alla propria salute in conseguenza di un errore medico ha diritto di ottenere un adeguato risarcimento.

Nell’articolo approfondiamo l’argomento.

 

 

“La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti.        Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana”(Art. 32 Cost.)

 

Errore medico: cos’è

L’errore medico si verificano quando gli operatori sanitari commettono errori nella diagnosi o nelle cure dei pazienti che causano danni più o meno gravi alla loro salute. Questi possono derivare da diverse condotte, ad esempio può trattarsi di:

  • diagnosi errate o tardive
  • terapie o trattamenti sbagliati
  • mancato rispetto di procedure e regole deontologiche (condotte negligenti, imprudenti o imperite).

 

Responsabilità medica: chi risponde dei danni?

Nei casi di responsabilità medica, del danno provocato risponde non solo il medico. Infatti in base alla Legge GelliBianco (L. 24/2017) è possibile che il danneggiato o, in caso di morte di quest’ultimo, gli eredi possono proporre un’azione volta ad ottenere il risarcimento dei danni nei confronti:

  • medico
  • struttura sanitaria
  • assicurazione della struttura.

 

Quando spetta un risarcimento per i danni da errore medico

Il paziente vittima di un errore medico spesso non sa che il risarcimento può essergli riconosciuto non solo per le sofferenze fisiche patite, ma anche per danni di altra natura.

Infatti una pratica medica errata può aver provocato anche danni:

  • morali o non patrimoniali (stress, depressione)
  • patrimoniali, cioè di natura economica (spese mediche aggiuntive o di assistenza, perdita o riduzione capacità lavorativa o anche di opportunità lavorative).

 

Come chiedere il risarcimento danni in caso di errore medico

Chi ritiene di aver subito un danno per un errore medico e voglia ottenere un risarcimento, prima di avviare un’azione giudiziale, deve prima svolgere un tentativo obbligatorio di conciliazione con la struttura sanitaria. Questo oggi può avvenire attraverso due procedimenti alternativi:

  • la mediazione (tenta di risolvere in via bonaria la questione davanti ad un mediatore)
  • l’accertamento tecnico preventivo (prevede la nomina, da parte del Giudice, di un consulente tecnico che valuterà se esiste una responsabilità medica e quantificherà il danno, cercando anche un accordo conciliativo tra le parti).

Se questi rimedi non permettono di raggiungere un accordo allora si procederà con l’azione in via giudiziale.

 

Malasanità e tempi per il risarcimento

L’azione risarcitoria nei casi di malasanità è soggetta a delle scadenze, infatti la legge stabilisce dei tempi di prescrizione per far valere il diritto al risarcimento in giudizio.

Questi cambiano se si agisce nei confronti del medico o della struttura sanitaria; se poi l’azione è proposta dagli eredi del paziente, deceduto in conseguenza dell’errore medico, i tempi si differenziano nuovamente.

Per saperne di più è possibile consultare questo articolo dedicato all’argomento: “Risarcimento danni da errore medico: quali sono i tempi di prescrizione?”

 

Hai subito un danno a causa di errore medico: ci pensiamo noi

Se sei vittima di un caso di malasanità e non sai cosa fare per tutelare i tuoi diritti rivolgiti a noi, ti forniremo l’assistenza e il sostegno di cui hai bisogno.

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FOCUS

Come calcolare il risarcimento del danno da errore medico: Tabelle

Il danno conseguente ad un caso di malasanità, per essere risarcito, va quantificato.

Il calcolo viene effettuato sulla base di alcune Tabelle elaborate dal Tribunale di Milano ed utilizzate come riferimento da tutti i Tribunali.

Queste prevedono una serie di parametri come la gravità della lesione, l’età del paziente, le spese mediche sostenute, il danno biologico. Esistono, inoltre, dei valori di riferimento nel caso in cui il risarcimento venga richiesto dai familiari del danneggiato nei casi di morte.

Ad esempio, sulla base dell’età della vittima o del familiare che richiede il risarcimento è possibile attribuire da un minimo di 4 ad un massimo di 28 punti per il danno non patrimoniale patito:

  • da 0 a 10 anni: 28 punti
  • da 11 a 20 anni: 26 punti
  • da 21 a 30 anni: 24 punti
  • da 31 a 40 anni: 22 punti
  • da 41 a 50 anni: 20 punti
  • da 51 a 50 anni: 18 punti
  • da 61 a 70 anni: 16 punti
  • da 71 a 80 anni: 12 punti
  • da 81 a 90 anni: 8 punti
  • da 91 a 100 anni: 4 punti

Si prevede, poi, l’attribuzione fino a 16 punti nel caso in cui il paziente deceduto conviveva con il familiare che agisce in giudizio. E ancora, si valuta anche l’intensità della relazione affettiva tra il paziente e il familiare.

Naturalmente quelli appena menzionati sono solo alcuni dei parametri utili alla quantificazione del danno.

Si tratta infatti di tabelle contenenti moltissimi valori che sono soltanto orientativi, dal momento che ogni singolo caso di malasanità presenta le proprie particolarità che richiedono un’analisi e una valutazione specifiche.

Risulta, pertanto, decisivo affidarsi a professionisti in grado di accompagnarti e sostenerti in questo lungo e difficile percorso.

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