Tripadvisor diffamazione: cosa fare e come difendersi

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Su siti come Tripadvisor la diffamazione e le recensioni offensive possono arrecare un pregiudizio alla reputazione di un esercente un’attività commerciale o professionale.

Nell’articolo capiamo come difendersi da questi fenomeni e ottenere tutela.

 

 

La diffamazione su Tripadvisor

Tripadvisor è un sito che, come altri, raccoglie recensioni da parte di milioni di utenti che fruiscono di prestazioni o servizi.

Chiaramente queste opinioni sono in grado di influenzare altri utenti e quindi giocano un ruolo importante sull’immagine e sulla reputazione di chi esercita attività commerciali o professionali.

Tuttavia, vi è un fenomeno diffuso su questa ed in altre piattaforme digitali, è cioè quello delle recensioni false o anche offensive.

Quando infatti un feedback supera i toni, anche aspri, di una critica e diviene aggressivo e offensivo può causare un caso di diffamazione su tripadvisor.

 

La tutela per la diffamazione Tripadvisor

Se si è vittima di diffamazione tripadvisor, la prima cosa che si può fare è segnalare al sito la recensione fornendo i dettagli sull’autore e l’oggetto della stessa e chiedendone la rimozione.

Inoltre, se il feedback offensivo ha arrecato pregiudizi all’immagine o alla reputazione di un soggetto è possibile agire in sede civile per chiedere il risarcimento dei danni ai sensi degli articoli 185 del codice penale e 2043 e 2059 del codice civile.

Prima agire in sede giudiziale, tuttavia, ai sensi del d.lgs n. 28/2010, in questi casi si deve svolgere un tentativo obbligatorio di mediazione. Con questa procedura si cerca di risolvere la controversia con un accordo bonario che, però, può evitare i tempi lunghi e i costi più elevanti del giudizio.

In ogni caso, è importante affidarsi ad avvocati esperti e i nostri potranno aiutarti a difenderti da queste situazioni.

 

Se cerchi assistenza per diffamazione su tripadvisor contattaci

Se recensioni diffamatorie su siti come Tripadvisor hanno leso la tua immagine o la tua reputazione personale o professionale non esitare a contattarci.

Il team di SLLS Legal è formato da professionisti esperti che, grazie alla grande esperienza maturata nel corso degli anni, potrà fornirti una consulenza personalizzata e offrirti l’assistenza legale più adeguata per far valere i tuoi diritti e ottenere giustizia.



FOCUS

Il fenomeno delle recensioni diffamatorie su tripadvisor

Nel 2014 una decisione dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (autorità Antitrust) ha riconosciuto la responsabilità dei siti di recensioni come Tripadvisor per non aver adottato le adeguate misure per evitare la diffusione di commenti diffamatori.

Successivamente, però, altre pronunce da parte del Tar del Lazio o del Tribunale di Grosseto hanno ribaltato quella dell’AGCOM, affermando che questi portali di recensioni non possono considerarsi responsabili in quanto non possono avere un controllo su milioni di recensioni.

Pertanto, questi non avrebbero l’obbligo di rimuovere i commenti diffamatori, a meno che non vi sia un provvedimento dell’autorità giudiziaria che ne imbona la cancellazione.
Ed infatti, un’ordinanza del Tribunale civile di Venezia ha accolto la richiesta dei titolari di un ristorante e ordinato a Tripadvisor di eliminare una recensione reputata diffamatoria ed offensiva nei confronti dell’esercente.

I giudici quindi non sono concordi nel riconoscere la resposnabilità dei gestori di tali siti. Tuttavia una successiva sentenza della Corte di Cassazione sembra aver ribaltato questa situazione.

 

La responsabilità per le recensioni diffamatorie secondo la Corte di Cassazione

Una sentenza della Corte di cassazione (n. 54946/16) ha aperto diverse prospettive sul tema della resposnabilità dei gestori dei siti di recensioni, in caso di commenti diffamatori o offensivi.

La pronuncia riguardava un sito sportivo nel quale vi era un commento diffamatorio nei confronti dell’ex presidente della Federazione Italiana Gioco Calcio. Nei giorni successivi, era stato pubblicato un altro messaggio, da parte del gestore del sito, che affermava che quel commento non poteva definirsi diffamatorio.

I giudici hanno quindi ritenuto che la conoscenza, da parte del titolare della piattaforma, del commento incriminato e la scelta consapevole di non eliminarlo, costituivano un presupposto sufficiente per l’accertamento della sua responsabilità, come corresponsabile (ai sensi dell’art. 110 c.p.), del reato di diffamazione aggravata.

Questa pronuncia, quindi, si è discostata dalle precedenti, ma non afferma il generale principio secondo cui i gestori hanno un obbligo di rimuovere i contenuti diffamatori a pena di corresponsabilità nel reato.

Pertanto ogni situazione richiede un attenta valutazione.

 

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